Festa Nazionale del Gatto Nero

La (falsa) credenza che il gatto nero porti sfortuna è molto diffusa.

Questo felino è sempre stato considerato portatore di sfortuna perché si pensava che incarnasse il male. Ancora oggi, a quanto pare,purtroppo e per sfortuna di questi splendidi felini, ci sono persone che credono a questa diceria o li utilizzano per stupidi ed inutili riti, tant’è che ogni anno ne vengono sterminate alcune migliaia di esemplari.

Proprio per questo l’AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente), ha istituito la giornata per “la tutela e la dignità del gatto nero”: si tratta di un convegno a cui possono partecipare tutte le associazioni animaliste, per discutere sul lavoro svolto durante l’anno per tutelare e salvaguardare i nostri amici felini e su cosa si può fare per eliminare questi barbari atti contro i mici e diffondere invece più amore per loro.

La giornata dedicata al gatto nero è il 17 novembre per due motivi: diciassette perché è il numero che rappresenta, per i superstiziosi, la sfortuna e novembre perché è il mese in cui si raggiunge il culmine di uccisioni di mici neri: una data molto simbolica quindi per la lotta e la difesa dei nostri amici felini neri, le piccole pantere domestiche che comunque, per fortuna, sono anche amate da tantissime persone.

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La diceria che il gatto nero porti sfortuna ha radici molto antiche: il colore nero è sempre stato associato alla malvagità ed inoltre i gatti neri venivano imbarcati sulle navi dei pirati, perché erano considerati più abili nel dare la caccia ai topi: vederne uno per strada significava, dunque, che una nave pirata era nei paraggi; nel Medioevo, erano invece considerati compagni diabolici delle streghe sia per il colore nero, che per la loro consuetudine di uscire di notte (come del resto, viene spontaneo dire, è la consuetudine di tutti i mici, essendo animali notturni in natura): per questo chi ne possedeva uno era condannato al rogo.

Infine il gatto nero era poco visibile al buio per via del colore e così faceva imbizzarrire i cavalli che se lo trovavano davanti nella notte, che scaraventavano perciò violentemente i cavalieri a terra.

Chiunque conosce i gatti sa che queste sono appunto solamente superstizioni infondate che oggi non dovrebbero, in teoria, avere più seguito. I gatti neri sono esattamente come tutti gli altri: affettuosi, dolci e giocherelloni, dormiglioni e cacciatori, curiosi e simpaticissimi… tutto questo ovviamente solo quando ne hanno voglia! Per il resto sono quello che sono: gatti! E per questo meritano tutto il nostro rispetto, le nostre cure e la nostra protezione, come tutti gli altri.

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Anche perché,vogliamo aggiungere, ci sono tantissime(e ottime,a nostro dire) civiltà che invece hanno sempre adorato i gatti in generale, neri compresi: per gli antichi Egizi infatti, il nero era semplicemente il colore della notte ed inoltre il preferito della Dea Iside: i gatti neri erano quindi portati con ancora più alta considerazione.

In Gran Bretagna ancora oggi il gatto nero è considerato portatore di fortuna ed è anche di buon auspicio nei matrimoni.

Originaria del sud della Francia, ma diffusa anche in Inghilterra, è l’antica leggenda del Matagot. Il Matagot è uno spirito che prendeva la forma di un gatto randagio di colore nero e che vagava in cerca di padrone. Questo gatto poteva portare tanta fortuna ma bisognava trattarlo molto bene. La leggenda diceva che per propiziarselo bisognava offrirgli del pollo arrosto e poi farlo entrare in casa. Se il Matagot riceveva il primo boccone di cibo proveniente dalla stesso piatto del padrone ad ogni pasto, avrebbe fatto apparire delle monete d’oro ogni mattina.

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In Irlanda il gatto nero domestico risaliva ai miti del ceppo di Natale. Questo legno proveniva dall’albero sacro di tasso ed era molto più che un mezzo per scaldarsi le ossa; evocava le dee che un tempo regnavano nel bosco magico, insieme al gatto nero, il loro benevolo parente. Quando quel legno bruciava, veniva chiamato “legno di Maria”, oltre che “legno allegro”; un’allusione alla vergine Maria, ma anche alla Madre Terra. Eroi, amanti, mendicanti e folli conoscevano il significato del legno, e così pure i medici della foresta e gli erboristi (prima donne, poi uomini) che svolgevano la loro attività mistica a tarda notte, per risanare coloro che la medicina ufficiale non riusciva a guarire.

Nell’antica Roma il gatto nero era considerato di buon auspicio: quando moriva veniva cremato e le sue ceneri sparse sui campi per dare un buon raccolto ed eliminare le erbe infestanti.

Dai fenici in poi, i gatti sono stati una presenza immancabile sulle navi. A bordo delle navi i gatti, prevalentemente neri, erano bene accolti in tutta Europa non solo per dare la caccia ai topi nella stiva ma anche come portatori di buona sorte. Iside, infatti, era anche la dea protettrice di navi e marinai e spesso le sue immagini, in forma umana o felina, venivano messe a prua.

Il gatto era considerato dai marinai lo spirito guardiano del vascello: se rimaneva a bordo, la nave era sicura; se l’abbandonava essa era destinata al naufragio. In Gran Bretagna la tradizione popolare è piena di storie su marinai che hanno rifiutato l’imbarco perché non c’era un gatto (meglio se nero) sull’imbarcazione. I gatti svolgevano anche un’altra funzione molto importante: erano fonte di affetto e di divertimento per i lunghi mesi trascorsi a bordo.

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La presenza a bordo di gatti fu obbligatoria nella marina britannica fino al 1975. Le navi britanniche accoglievano soprattutto gatti neri come risulta da molte fotografie e dalla diffusione dei gatti di quel colore in terre remote che fungevano da stazioni baleniere. Addirittura, anche le compagnie di assicurazione obbligavano a tenere a bordo gatti.

I gatti navigatori oltre che su navi da guerra, da carico e da passeggeri sono molto apprezzati anche sui pescherecci. A questo proposito i pescatori giapponesi vogliono a bordo solo gatti tutti neri o tutti bianchi o tutti marroni perché si dice che portino fortuna.

Quindi che altro si può dire? Il gatto nero è semplicemente un altro magnifico esemplare di micio che ci ama e si fa amare, conquistandoci come solo i gatti sanno fare!

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