A Lenticchia

Ti abbiamo trovata in un giorno di aprile, eri un piccolo batuffolino di pelo, tua madre ti aveva persa per qualche giorno e poi ti ha ritrovata e portata con sé nel nostro cortile perché sapeva che noi potevamo aiutarti.

Eri una gattina gracilina e denutrita, ma con una grinta che ti avrebbe fatto compagnia per tutta la vita.

Noi ti abbiamo svezzata, hai iniziato a mangiare cibo umido e come lo difendevi quel cibo, quando si avvicinavano gli altri gatti della colonia (persino tua madre), tu gli facevi capire che non dovevano avvicinarsi con un “grrrr”.

Dopo qualche giorno il tuo pancino ha iniziato a riempirsi e hai iniziato a crescere assieme a noi, la tua nuova famiglia.

I tuoi occhietti erano così piccoli e dolci che abbiamo deciso di chiamarti Lenticchia, eri vivace, quando qualcosa non ti andava bene lo dicevi con un “Miao” un po’ scorbutico, invece quando eri contenta di vederci ci salutavi con un “Purrr” affettuoso.

Sei talmente entrata nelle nostre vite che abbiamo deciso di farti conoscere il nostro gatto di casa che non esce mai (Nino, adottato 5 anni fa al gattile di Carpi), magari gli avresti fatto un po’ di compagnia, infatti così è stato.

Con Nino sei riuscita a costruire un rapporto di complicità e affetto. Ricordo quando gli saltavi addosso e iniziavi a pulirlo in modo quasi maniacale, o quando tu stessa ti sdraiavi davanti a lui per farti coccolare e pulire e vi addormentavate abbracciati sul divano.

E’ difficile parlare al passato, ti sento ancora qui con me… dopotutto 3 giorni sono pochi per capire che tu non miagolerai più per entrare in casa al mattino, non miagolerai più per uscire, non sarai più sul mio letto che dormi con la lingua fuori.

Ricordi quando tutte le mattine appena entravi in casa saltavi sul mio letto, facevi “la pasta”, poi ti avvicinavi a me miagolando per darmi il buongiorno e avere qualche carezza.

Ricordi quando ti comprai il collarino rosa e te lo misi, come ti stimavi… sembravi una star, e effettivamente sei la mia piccola stellina che ora brilla nel cielo.

Ricordi quando a malincuore ti abbiamo sterilizzata, come sei stata brava, non hai mai pianto, non hai nemmeno tentato di toglierti i punti…

Ricordi che eri una golosona e volevi mangiare tutto, perfino il gelato e io ridevo perché dicevo a tutti che eri una gattina che mangiava tutto, a differenza di Nino che schizzinoso mangia solo i crocchini.

Ricordi quando lavavi il muso a Nino e senza volere gli tagliavi tutti i baffi. Ricordi quel giorno d’estate in cui hai preso male le misure e sei caduta dal primo piano nel prato, ti sei guardata intorno giusto due secondi poi eri già pimpante come prima.

Ricordi il mese scorso quando ti portai dal veterinario per la vaccinazione e il controllo cosa ti ha detto, questa gattina parla! Inutile dire che eri sana come un pesce…

L’altra mattina, quando ti ho vista per l’ultima volta dormivi sul termosifone, andavo di fretta, ti ho solamente guardata, come dormivi beatamente, com’eri carina e dolce piccolina… pensavo che tanto ti avrei coccolata dopo pranzo… ma quando sono tornata a casa tu non c’eri più, eri volata in cielo.

Spero che quella brutta macchina non ti abbia provocato troppo dolore, a noi ne ha provocato tanto, perché non possiamo più averti qua, non possiamo più strapazzarti, coccolarti, accarezzarti e parlarti.

Eri così dolce e non mi sembra vero che una gattina di 3 anni e mezzo possa morire in questo modo. Ci manchi tanto piccolina, manchi al papà, che ti ha accarezzata prima che ci lasciassi mentre eri lì agonizzante, manchi alla mamma che non fa altro che parlare di te, manchi a Nino, ancora non capisce dove sei, ti cerca continuamente… e manchi a me e Luca, ci hai riempito la vita con la tua presenza e ora sentiamo un vuoto dentro di noi.

Mi raccomando fai la brava lassù, fai “la pasta” su una nuvola, salutaci “il Rosso” e ricordati di guardare giù, la tua casa, che in questo momento è vuota e la tua famiglia che ti ha voluto tanto bene.

Sono certa che sarai sul ponte dell’arcobaleno e avrai anche un bel paio di ali per poter volare libera, senza più nessun pericolo e dolore per te, senza nessuna macchina che ti possa fare del male. Tante carezze piccola Pauline (era il suo soprannome), nostra gattina per sempre, la tua famiglia e la colonia di gatti che ti ha sempre conosciuta come una gattina che non si facevamettere i piedi in testa da nessuno!

 

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